Gorilla Sapiens Edizioni
presenta
“Gargantua e Pantagruele”
di François Rabelais
recato in lingua italiana da Augusto Frassineti
e illustrato da Manfredi Ciminale, Irene Rinaldi, Francesco Poroli, Martoz, Elisa Macellari
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Il Gargantua e Pantagruele di François Rabelais (1494-1553) è una serie di cinque libri pubblicati in Francia tra il 1532 e il 1564. Ma come riassumere e definire un’opera della portata del Gargantua e Pantagruele? Espressioni generiche come capolavoro della letteratura mondiale, classico insuperato del genere satirico e così via, sicuramente non sono fallaci, ma certo insufficienti. Come i due protagonisti, padre e figlio, giganti sovrani del regno di Utopia, l’opera si presenta enorme e portentosa, incontenibile. Con le parole di Giorgio Manganelli: “Rabelais è un gigante nel senso fisico, manesco, fantastico, corporale; è una struttura carnale e ossea che sdraiata occupa gran parte di un secolo, il Cinquecento francese; ora, i giganti non si muovono, non camminano, non mangiano, non amano, senza produrre rumori, rimbombi, stamburamenti, vulcanici borborigmi, uragani di sospiri; e per discorrere del loro mondo, per scambiare alcune considerazioni sul tempo, sul cibo, sul prender moglie e sulla morte, i giganti abbisognano di dizionari stermina, parlano per cataloghi, elenchi, filastrocche.” (L’Europeo, 20 aprile 1980)
La vita molto spaventevole del grande Gargantua, il primo libro, e i successivi quattro dedicati ai fatti e detti eroici del nobile Pantagruele, raccontano di innumerevoli peripezie, avventure, viaggi e battaglie, ma raccontano anche un tempo, la prima metà del Cinquecento, attraverso la lente deformante (e lo sguardo illuminante) della satira.
«Le immagini di Rabelais sono piene di una specie di “non ufficialità” indistruttibile e categorica che fa sì che nessun dogmatismo e nessun autoritarismo o serietà unilaterale possano convivere con esse» (Michail Bachtin, L’opera di Rabelais e la cultura popolare, Einaudi). Scritto in pieno Rinascimento, il romanzo ne abbraccia gioisamente lo spirito, l’irrefrenabile desiderio di combattere e abbattere le paure instillate nel popolo durante i “secoli bui”: «qui la paura è liquidata sul nascere e tutto si trasforma in gioia. È il romanzo più ardito della letteratura mondiale» (ibidem). Ma il Gargantua e Pantagruele mantiene intatti ancora oggi la sua potenza espressiva e il suo carattere dissacrante.
♦ LA TRADUZIONE ♦
L’opera, nella nuova edizione proposta da Gorilla Sapiens Edizioni, viene ripubblicata nella splendida traduzione di Augusto Frassineti (1911-1985), edita per la prima volta nel 1980 dalla casa editrice Sansoni e successivamente da Rizzoli. Vincitrice del Premio Monselice 1981, è tuttora riconosciuta come la migliore mai realizzata in Italia.
Augusto Frassineti, oltre che brillante traduttore, è stato uno scrittore, tra le sue opere si ricordano il romanzo Misteri dei Ministeri, le raccolte di novelle L’unghia dell’asino, Un capitano a riposo, Tre bestemmie uguali e distinte, e la silloge poetica Vita Vita Vita. Per la natura spiccatamente satirica della sua prosa e per il suo essere “uno scrittore goloso di parole” (cit. Giorgio Manganelli), l’incontro tra Frassineti e Rabelais fu definito dalla critica non solo fortunato, ma quasi inevitabile.
“Frassineti era una scrittore rabelaisiano assai prima di mettersi a tradurre il Gargantua e Pantagruele. […] Una traduzione che è una di quelle coincidenze di progetto e destino dalle quali escono i capolavori. […] Frassineti ha trapiantato in italiano l’ingordigia semantica e la lussuria fonetica, la famelicità erudita e i mostruosi accoppiamenti temporali, l’insaziabile sete del pensiero e le satiriache allucinazioni del corpo di uno scrittore che non finisce mai e che non può soddisfare e subito nuovamente alimentare altri inesauribili desideri. […] Questa traduzione è un’opera di Augusto Frassineti, se non la più sua, la sua migliore, il suo dolce, il suo dessert, la sua frutta, il frutto più saporito di una pianta dotata di ottime radici.” (Walter Pedullà, L’Avanti, 13 luglio 1980)
“Il vero rapporto erotico di Rabelais col mondo è alla fine il suo rapporto con la lingua: ed è in questo punto cruciale che uno scrittore per eccellenza eccentrico come Augusto Frassineti, credo, è rimasto folgorato dalla necessità quasi fisiologica di recare in italiano un’opera per eccellenza poliformica come Gargantua e Pantagruele. L’impresa equivaleva a avventurarsi in un continente incontinente e inafferrabile, e il solo modo per uscirne felicemente, come a Frassineti è accaduto, era di lasciarsene divorare. Inghiottito dal libro-monstrum, il nostro scrittore ne è riemerso dopo alcuni anni con un bottino che sprizza lieta spavalderia […] Un Rabelais rinato in Italia con tutta viva l’insubordinazione geniale del suo materialismo, spudorato e incivile, insofferente di ogni ipocrisia e di ogni falsa decenza, innamorato sorridente di un sogno impossibile.” (Mario Lunetta, Il Messaggero, 18 giugno 1980)
“Augusto Frassineti, che è scrittore goloso di parole, avido di sillabe, assaggiatore di sintassi, ha litigato con sapienza e insidiato astutamente il suo gigante; […] La finezza di questo enorme lavoro – che non mima ma s’accompagna e dialoga con Rabelais – ci ammette al godimento della libertà senza tempo, come scrive Giovanni Macchia nella bella prefazione, di uno scrittore senza eguale.” (Giorgio Manganelli, L’Europeo, 20 aprile 1980)
“Si vede come Frassineti non si sia accostato a Rabelais senza fondati motivi e consonanze. […] Il capolavoro di Rabelais è romanzo ma anche trattato di gaia scienza, vocabolario, controversia comicamente dotta, ha ritmi diversi, vive di indugi e di impennate. Il traduttore di Rabelais deve adottare una grande varietà di modi per rendere continui passaggi del testo originale dalla concitazione di una scena popolare alla solennità di un discorso, da uno sfoggio di erudizione sapida a racconto animato di una battaglia o di un viaggio avventuroso […] Frassineti ha seguito con successo il suo autore […] trovando il necessario mordente per le battute svelte e l’apparente serietà per le allocuzioni gravi, il giusto odore espressivo per gli scherzi plebei e la ricchezza lessicale per le divagazioni erudite. Il Gargantua e Pantagruele di Frassineti è anche un’opera letteraria da considerare in se stessa, indipendentemente dall’originale…” (Giulio Cattaneo, Paragone n. 368, ottobre 1980)
“I sincretismi adoperati da Frassineti, certi accostamenti arditi di toscanismi e napoletanismi, di linguaggi accademici e dialetti padani, riescono a un loro gioco espressivo: danno l’immagine non vana di un libro in cui è contenuta una forza abnorme, una tempesta di musica.” (Enzo Siciliano, Corriere della Sera, 4 maggio 1980)
Si può dire che il rapporto tra Frassineti e Rabelais assomigli a quello di due compagni di viaggio, due amici con molto in comune, molto di cui discorrere: “Me lo immagino (e risulta pure dalle poche testimonianze che si hanno) tanto pieno di allegria e di estrosità da sconfiggere tutti i bacchettoni dell’universo. In ogni suo gesto emanava odore di eresia (non in senso religioso, beninteso) come deroga permanente a tutte le convenzioni.” (Augusto Frassineti su Rabelais in un’intervista).
♦ LE ILLUSTRAZIONI ♦
Rispettando la divisione originale del testo, l’opera viene proposta in cinque volumi, ciascuno arricchito dalle illustrazioni di un diverso artista. Cinque voci, cinque interpretazioni per un classico intramontabile della letteratura mondiale.
Gorilla Sapiens ha selezionato alcuni fra gli illustratori italiani che più hanno dimostrato di possedere un forte spirito innovativo e delle identità ben definite, potendo così offrire inedite letture iconografiche dell’opera.
I volumi hanno un formato di 16,5 x 24 cm, sono stampati su carta di pregio e ognuno di essi ospita tra le quindici e le venti illustrazioni a colori a tutta pagina.
• Il libro primo, ovvero La vita molto spaventevole del grande Gargantua padre di Pantagruele, è illustrato da Manfredi Ciminale.
Manfredi Ciminale è nato a Bologna, ma è romano de Roma nel cuore e da un anno vive a Torino, dove lavora come illustratore. Collabora con diverse realtà editoriali come copertinista tra le quali Laterza e Codice Edizioni, e progetti indipendenti. Nell’immediato futuro ha come obiettivo quello di aprire uno studio con altre figure professionali nell’ambito della comunicazione visiva. Disegnatori degli anni 70-80 come Moebius o Scòzzari hanno sempre ispirato il suo immaginario e la sua ricerca artistica personale nasce da visioni lucide che lo fulminano quando decidono loro, mentre cucina seppie con piselli o prepara la lavatrice.
• Il libro secondo, dal titolo Pantagruele re dei Dipsodi restituito al naturale, è illustrato da Irene Rinaldi.
Irene Rinaldi è nata a Roma dove, attualmente, vive e lavora come illustratrice. Irene collabora come freelance per magazines e case editrici italiani e internazionali, spesso collabora a progetti indipendenti di fanzines e autoproduzioni. Appassionata di tecniche tipografiche di stampa parte determinante del suo lavoro è legato allo studio dell’incisione e della stampa artigianale, proponendo la sua personale interpretazione attraverso la creazione di stampe e miniedizioni autoprodotte. Prendendo ispirazione dall’estetica delle illustrazioni anni ’50 e dall’impatto grafico delle stampe xilografiche, ma anche inspirata dalla poster-art e della serigrafia Irene ha sviluppato il suo stile, creando illustrazioni digitali dai colori accesi che riproducono la trama e la sensazione delle stampe artigianali. Tra i suoi clienti ci sono L’espresso, il New York Times, Taschen, New York Observer, Vice US, Mondadori, Il sole24ore cultura, Vogue Kids.
• Il terzo libro dei fatti e detti eroici del nobile Pantagruele è illustrato da Francesco Poroli.
Francesco Poroli (1975) è nato e vive a Milano. Dal 2000 lavora come illustratore e art director freelance. Durante questi anni ha pubblicato su testate quali The New York Times Magazine, Wired, GQ, Il Sole24 Ore, La Repubblica e Style Corriere della Sera. Ha inoltre lavorato per clienti come Google, adidas, NBA, Red Bull, McDonal’s, Unicredit e molti altri. Ha esposto in collettive a Milano, Vicenza, Roma, New York e Londra. I suoi lavori sono stati premiati da Society of Illustrators New York e The Society of Publication Designers. Si onora di essere socio e membro del Consiglio Artistico di Associazione Illustri (illustrifestival.org). Prima e oltre tutto questo, è orgoglioso papà di Riccardo, sette anni e Beatrice, quasi quattro.
• Il quarto libro dei fatti e detti eroici del nobile Pantagruele è illustrato da Martoz.
Martoz è nato ad Assisi nel 1990. Fumettista, illustratore e street artist è attivo nell’ambito dell’autoproduzione con progetti curati assieme a Lab.Aquattro, come Parade e Crisma, e collaborazioni (B Comics, Squame, Lucha Libre, Inuit, Lok Zine). Nel 2015 realizza Remi Tot in STUNT, per MalEdizioni, che vince il premio Boscarato come “autore rivelazione” al TCBF. Nel 2017 collabora con Canicola edizioni a due fumetti: “Amore di lontano” e “La mela mascherata”, percorso che lo porta nel 2017 a vincere il Premio Micheluzzi “Nuove Strade” al Napoli Comicon. Come illustratore collabora con Illustratore Italiano, Vita, Linus e Associazione “Illustri”. Ha realizzato murales per film, festival e associazioni. Ha esposto i suoi lavori a Los Angeles, Buenos Aires, New York, Parigi, Mosca e al Comicon di Napoli.
• Il quinto e ultimo libro dei fatti e detti eroici del nobile Pantagruele è illustrato da Elisa Macellari.
Elisa Macellari è un’illustratrice italo-thailandese nata e cresciuta a Perugia. Elisa ama i colori, gli animali selvaggi, la giungla, le creature misteriose e la papaya salad. Dopo la laurea in computer grafica all’Accademia di Belle Arti di Perugia, si trasferisce prima a Torino e poi a Milano dove collabora come assistente e graphic designer per la galleria d’arte contemporanea Suzy Shammah. Dal 2012 è illustratrice freelance per diverse case editrici e riviste tra cui Mondadori, Feltrinelli, Giunti, Zanichelli, Plansponsor, Cancer World, mentre dopo il restyling del 2016 è una presenza costante sulle pagine del magazine Donna Moderna. Attualmente sta lavorando al suo primo graphic novel in uscita nel 2018 per BAO Publishing. Il suo lavoro è stato esposto in spazi in Italia e all’estero, tra cui m.a.x. museo a Chiasso, Schema Projects a New York, Villa Necchi Campiglio a Milano.
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20 dicembre 2018 – Recensione di Domenico Gallo su Pulp Libri